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L'Ultimo Uomo (album)

by Slow Wave Sleep

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1.
Con le lacrime agli occhi Vengo al mondo diversi anni fa. E con quelle lacrime ancora Prendo forza per essere qua. M’incanta. Stesa sul letto, tremante, mia madre sa già sovrastare il travaglio. Il medico entra in sala impacciato. Io piango e urlo e godo Col cordone staccato e col male che fa. Vorrei rientrare lì dentro e non uscir più. - E la pelle brucia - Rumori e fastidio. Non sento più il caldo che avvolge la pelle che - Brucia - Scolpiti i miei primi passi. Come la neve che cade sul monte del re Osservo estasiato le strade infinite. Confusione costante. Sento quasi un sibilo di voci lontane, Vedo opaco il brivido del mio sangue. Già da allora cedo alla strana attrazione del lato più bianco del nero: Un fiume in piena costante che non dorme mai. I miei occhi affamati non trovan conforto. Si bloccano, una volta scovato in quelli dei miei. Sento freddo. Il cuore ha bisogno di un battito energico Contro il tempo che spinge l’umore più in giù. Non c’è scampo all’apatico senso di vuoto che provo Ma non mi spengo: lasciatemi viver di più. (x3) Ed entro nella fase a spirale del mio primo sogno, La mente è sganciata, non seguo i lamenti dell’aria. Lupi e Dragoni s’ammazzano, sbraitano e incrociano fauci che in meno di un attimo Infrangono i muri, bucan gli scudi di truppe nemiche all’assalto. E nasce, cresce, striscia, l’insetto interiore striscia Incarnando il mio rancore latente e costante. Il sogno finisce in mare azzurro e ancestrale in cui far nuotare i ricordi E la pace dei sensi. Correre – Soltanto in salita Correre – Gustando il sudore Correre – Per stendere i nervi Correre – Pensando ai suoi occhi Correre – Nella notte scura Correre – Col gelo nell’aria Correre – Tra i boschi nativi Correre – Verso la fontana Stringere – La vita coi denti Fondere – Il metallo con gli occhi Ridere – Di tutti i miei sbagli Scrivere – Il canto degli angeli Perdere – Il senso del tempo Spingere – Il corpo già stanco Espandere – Il ritmo del fiato Vincere – Godersi il finale
2.
C’era una volta e c’è ancora un moccioso Che tra i bucanieri era il meno informato Sul dolce sapore di morbide labbra di donna. Il suo nome è Shiroi. Quel Quacchero del capitano Ismaele Ogni giorno lo stressa con compiti insulsi, Sfogando tutta la tensione di anni buttati. Nessuno parla di sé. Livida in lui La libertà Di chi ha furbizia E sa guidar La propria vita Ora in gabbia, Stile Dottor Aronnax. Con sguardo cinico E lucidità Lancia quei dadi Nella sfida Per la più avvenente Del primo bar. Presto si sbarca in città. È il sesto giorno del mese. C’è odor di muschio stantio, Fa un caldo porco. Giù nella stiva combatte i suoi demoni armato di penna. E quando le lettere iniziano a cantare, La voce del polveriere interrompe il flow. “Ehy, sangue del mio sangue, riesco a sentire Un presagio avverso costante, ma qui nessuno si fida di me. A cosa serve lottare contro un mare che lotta con noi” Tutt’a un tratto il coffiere avvista un mostro enorme a tribordo. Si alza il vento e le vele cominciano a tremare d’istinto. Lo sfiato è vicino e il cielo è sovrastato da un muro di suono, Da un muro di suono. Le lance scalfiscono Le acque che bruciano Come il primo incubo Dove il tempo gelido Vanificò tutto. I ramponi si alzano. Il cuore insiste E sprofonda con Shiroi e con me. [...sveglia!...] ...non è altro che un sogno... ...la mia vita è un sogno... ...quel moccioso ora è un sogno... ...che gioca con gli eventi... ...finché il sogno è profondo... Oh, mio angelo in volo Ti ho cercata a lungo e ti trovo Quaggiù, nel blu dei miei abissi. Illudimi, con la tua pelle di seta, Raffreddami coi tuoi occhi di ghiaccio, Fammi scoprire quello che sarò: un lampo! Non aver pietà. Solo così dal profondo del pudore l’adrenalina in corpo esploderà. La prima spinta Nasconde sempre un po’ di rimpianto. E la seconda È divertente come un trapianto. Ma dalla terza Tutto sembra...in discesa... ...e risalgo... I due naufragarono a Nantucket, Due costole rotte e sei punti all’orgoglio. Da diversi mesi a sfidare il fato, Il loro equipaggio è disperso nel vento. La bestia omicida continua a salvare la specie, la sua. È il 9 di Aprile quando si incontrarono a caso nel bar. Uno sguardo, un saluto e due calci perché Laggiù nell’angolo un angelo rosso Non sembrava voler rispettare l’esito dei dadi. A fine serata Shiroi collassò L’umore ritornò bianco Ma al suo risveglio la nave era già in alto mare. Le lance scalfirono Le acque che bruciano Come il primo incubo Dove il tempo gelido Vanificò tutto. Le spere risuonano.
3.
Ragnarök 10:10
- Atto I - Ogni guardia reale allude all’avidità. Lei, circospetta, Intuisce qualcosa che turba il suo formicaio. - Atto II - L’esule giunge all’alba. Il suo cuore compie un balzo E dopo un attimo nutre le ambizioni dirette a nord, Anche se è ancora a corto di cibo. [NASCE] Un’altra anima libera [CRESCE] Spingendo sempre i limiti [MUORE] Per poi tornare polvere Questo è il suo destino stabilito dalle Parche. “Io Regina salverò il regno, Io Soldato cambierò il mondo”. “Marcio senza un’incertezza Freno ogni gioia o rancore. Spendo forse in un’altra vita Il tempo a pensare per ore. Sento la mia mente volare, Nulla devia la concentrazione. Se la mia opinione trascina La colonia, sono un eroe.” [NASCE] Un’altra anima pura [CRESCE] Sempre più impegnata [MUORE] Si mischia ad altra polvere Questo è il suo destino stabilito dalle Parche. Sento la coscienza di chi È condannato a esser solo: “Modesto parere il mio, santo Dio, Sto sacrificando di tutto Ma non sento più Aria arrivare al cervello. Non vedo più umiltà In questa società. - Atto III - La sveglia ricomincia a suonare E le operaie si mettono in fila per supplicar La più quotata divinità Che mastica produttività, E sputa l’illusione di poter diventar Fertili e prestanti, Più benestanti come regine. Basta impegnarsi sempre più degli altri. Colmo di fatalità l’atto quarto Per chi ha le ali e osserva a distanza. Allena il tetro istinto verso il rischio, Compromette l’autorità della regina ignara. Io Operaia volerò presto. Io Alata conquisterò tutto. L’insicurezza Ora è diffusa. Unisce i servi, Separa la colonia. [NASCE] Un’altra anima innocua [CRESCE] E matura dentro odio [MUORE] Lontana da altra polvere. Questo è il suo destino stabilito dalle Parche. Sento la coscienza di chi È condannato al lavoro: “Consumo i miei sogni, Sempre agli ordini di tutti tranne che me stesso, Bruciando tutta L’aria come un cero. Arrivo al tramonto Col fiato sul collo e il fegato pieno D’aria mista a terra e veleno. Non provo più pietà Per questa società” La collisione di divinità cresce e sconvolge La comunità in un’epoca che tende all’ultimo atto. Nella colonia Ogni formica sviluppa la mente distante dal corpo. Nel continente Ogni colonia cura gli interessi soltanto del vertice. E si auto-congratula della politica Che rende i figli dinamici e prestanti, Virtuosi e trascendenti di ogni etica. Superficialità Di legami - veloci ed utilitari - Di contenuti - astorici e orizzontali – Del buon riposo - c’è sempre più da imparare – Di un sistema - destinato all’implosione – Delle persone - automi da prestazione – Del buon senso che striscia stanco e pieno di nostalgia. In memoria del sangue versato, E del piacere della spontaneità. In memoria del caldo camino, E del freddo secco della città. “Spento, tiepido, senza emozioni” [One-Two, Smart Attack] “Marcio subdolo in più direzioni” [One-Two, Smart Attack] “Me ne frego delle tue opinioni” [One-Two, Smart Attack] “Spacco il guscio, la Storia è un tabù” [One-Two, Smart Attack] “Il mio tempo è un prezioso tesoro” [One-Two, Smart Attack] “Ogni sguardo è invidioso di me” [One-Two, Smart Attack] “Plasmo e impongo una nuova realtà” [One-Two, Smart Attack] “Freno e spingo fardelli viventi” [One-Two, Smart Attack] “Cado e godo della libertà” [One-Two, Smart Attack] “Zampe in piena produttività” [One-Two, Smart Attack] “Sguardo fisso nel letto di pietra” [One-Two, Smart Attack] “Creo dai numeri il prossimo beat” [One-Two, Smart Attack] “Fingo e contagio positività” [One-Two, Smart Attack] “Programmo empatia” [One-Two, Smart Attack] “Ora è inutile tornare indietro” [One-Two, Smart Attack] “Mordo il ritmo e il rimpianto, Questo è il mio destino stabilito dalle Parche”. Incarno la coscienza di chi È condannato al silenzio. Libero la gola dal presente E accenno un respiro. Quel filo teso è il mio. Eccomi saltare giù dal fosso Pensando al male che alla mia famiglia porterà. Proseguo la mia strada che è esattamente l’opposto Di chi ha pensato che il suicidio aiuterà. La pressione è alta come un razzo, Non c’è più spazio per un briciolo di novità. So solo che è uno sbaglio zittire il mio crudele mostro Ed anche offuscare il bene dell’altra metà. Proteggo la coscienza di chi Ha un puro sorriso. Proteggo la coscienza di chi Mantiene il pudore. Proteggo la coscienza di chi Protegge i suoi figli. Invoco il fiato di tutti Per un grande flusso D’Aria Per spazzare il falso adesso a colpi D’Aria Per nutrire un mondo rimasto Senza Storia, Senza Umiltà, Senza Verità, Senza Qualità, Senz’Aria
4.
Bora, ed incanto, E rispettoso conforto Nella pagina bianca dell’uomo. Bianca Come un buon inizio, Così bianco Che un cuore può cantar. Bianca, Come un paradosso, Così bianco Che il vento può cantar. Bianca Come cristalli di neve Così bianchi Che possono cantar. Bianca Come le nuvole, Così bianche Che la terra può cantar. Bianca Come il principio, Così bianco Che il tuono può cantar. Bianca Come un lago di ghiaccio, Così bianco Che la pioggia può cantar. Forza ancestrale Di un’era glaciale, Ora l’ecosistema è guarito. Canto corale Degli elementi, Ora l’ecosistema è sano. E all’alba Della nuova epoca, Le creature si svegliano. Primogenita dell’Acqua: Diffondi protezione e conforto. Moglie e madre al tempo stesso. Espanditi nel tuo stato di quiete. E nuota senza battere la testa, Con la tua unica sensibilità. La più sublime musica è tua, Figlia del silenzio. Primogenito della Terra: Diffondi quell’orgoglio di chi Può spostare le montagne E costruire muri. Servo dei tuoi istinti. Primogeniti dell’Aria: Sostenete il disaccordo e la voglia di cambiar. Resistendo a ferite ed insulti. Forse un giorno dormirete anche voi. E tu, Uomo, Non restare inespresso, Non te lo meriti. L’apocalisse è avvenuta soltanto grazie a te. E tu, Uomo, Non restare rinchiuso Nei tuoi confini, Hai l’aria affaticata. Sfoga il disagio con la parola. E tu, Uomo, Puoi evitar la corruzione Di una vita da schiavo. Illusione che può darti solo l’Arte. E tu, Uomo, Lasciati sedurre dal Ritmo. Puoi provare il piacere Di un incantesimo ipnagogico. Tuona la tranquillità La psiche nuota nell’aria, Ha nostalgia delle regole. Senza scelte, L’uomo nello spazio immenso Resta immobile. E l’immobilità Comporta Progresso tecnologico. L’immobile progresso. Un passo verso un’ulteriore Genesi.
5.
Finalmente sono solo con te, Avrei tante cose da dirti ancora. Stento a credere alla strada che Si intravede volgendo lo sguardo indietro. Le avventure in cui ho combattuto Diventan favole. E disperdono sabbia nel vento In questo luogo asettico con tono acrilico, Non-sense. Un canto lungo e sospeso Mai pericoloso abbastanza Da prendere il volo O rotolar giù nel burrone Quando la decenza implorava perdono. Almeno tra noi c’è intesa, Inizio dal principio. Lo senti un ululato che veloce più di un missile Rimbalza da quel muro eretto nel niente. Forse capita anche a te di oltrepassare il limite Quando la solitudine brucia l’istante E ingrossa occhiaie, pupille, Parole convinte ripiene di noia. Puro sadismo e misantropia Fanno spesso da antidoto all’odio. Qui nessuno ci giudica, Concediamoci uno sgarro. Traguardi, ricatti, menzogne e ipocrisie È tutto archiviato nel vento che bestemmia E soffia tra i residui di una storia, E soffia tra le ossa putride, E soffia nella tua carne che poi è anche la mia. Non farti strane idee, bisogna pur parlare. Bisogna pur parlare. Siamo vermi che strisciano Tra i resti di una malattia. Mettiti comodo, serviti dal mio bicchiere e versane tanto. Il sangue umano di poco valore dovrebbe durare di più. Pezzi di lingua e dita dei piedi sembra che stiano finendo. In base ai miei calcoli un altro villaggio marcisce sei chilometri a sud. Sento del divertimento, Il tuo atteggiamento pacato è uno spasso, Non percepivo tutto questo entusiasmo Dal fatale incendio che spinse la folla a lottar col... - Fuoco - è tutto quel che ricordo - Fuoco - prima di incontrare te. - Fuoco - Il rogo degli opulenti, - Fuoco - le chiese scoppietanti. Piromani impazziti e megalomani impotenti Ridevan di un gusto coinvolgente. Virtuale intesa e quadruplice alleanza Contro il fu pilastro del mondo. Suicidi, anime perse, fate turchine che sposano orchi. Complessità dell’ascesa del lato più asociale dell’uomo. Legittimazione dell’uso spietato di opportunismo e bugie Ed ora è tutto piatto, piatto, piatto, piatto. Ho un trauma cranico e non penso di ricordar il tuo nome. Aggiungi un dolore al petto, non riesco nemmeno a sboccare. Sfocato il mondo appare, ho appena ingoiato sei denti. Con un ago conficcato nell’occhio, Chiedo l’eutanasia. Ehy, È tutto finito. Stavi cascando di nuovo Nel tuo oblio. Tu ed io Siam parte di un unico individuo. Sii le mie gambe che io sarò il tuo fiato. Sii la mia retina che io sarò il senso. Sii il mio coraggio che io sarò la spinta. So che può sembrare strano, Ma siamo gli unici rimasti. E come un serpente disturbi nuovamente il sogno. Sobbalzo di nuovo al sentire il tuo alito contro il mio orecchio. Ora che tutti sono scomparsi Non ha più senso gridare. Il rumore della polvere che cade Scandisce il ritmo di pensieri contorti. E scarichi. Nuovi istinti omicidi. Parole a caso. Brama di istinti e di vanità. Ma arriva il momento del colpo basso. Svuotato e stanco di stare solo Mi alzo e cammino verso il soggiorno, Registro parole che tanto nessuno ascolterà. Scrivendo solo per me stesso ho perso l’attimo nel flusso che Subdolo ha portato via il mondo e gli altri. Rinchiuso e fisso nei meccanici pensieri digitali Non mi accorgevo di aver perso il mondo e gli altri. È troppo tardi ormai, ogni città è fantasma. Straborda di macerie sopravvissute al niente. Sopportiamo in silenzio. Un viscido liquame entra nei pori e regola La nostra integrità. Respira a più non posso i vari cumuli di gas, Magari è proprio quello che cercavamo da una vita. Prendere o lasciare: la legge del terrore. Si espande orizzontale il giudizio universale. Sogno perturbante in un luogo deturpato Di tutto il suo calore a meno che non salti. L’umana ispirazione cosa fa – Salta! Una volta esploso il mondo tutto il vero viene espresso. L’umana evoluzione cosa fa – Salta! Al momento del verdetto rasentato molto spesso. E noi in tutto questo siamo briciole. Finale più che allegro di una satira Dallo stile iperbolico e retorico. Veniamo al punto e digeriamo il ritmo Che il blaterare a caso è forse sintomo di pazzia. Intravedo già la cima della torre, Tra un po’ non parleremo più la stessa lingua: È prassi tra i registi riciclar la storia. E qui sul fiume Eufrate Celebriamo l’estasi. Godiamo fino in fondo i nostri istanti. Mordiamoci a vicenda come dei vermi Rubiamo, svaligiamo, distruggiamo A quanto pare siamo soli in questo mondo. Brindiamo al nostro specchio.
6.
Senza rumore è l’insidiosa favola Di una manciata di ore insieme che riscalda l’anima. Schiva e taciturna, percepisco l’attrazione che Resiste all’odio ed alle tempeste. Un sorriso cinico e becero umorismo per coprir La nuda e cruda verità: Da quel giorno sadico la maledizione su di me È scesa come un tuono in mezzo agli occhi. Continua senza di me, Corri e non guardare indietro. Vai via, scappa e salvati. Veglierò su di te intrappolato In me stesso e nei guai. Lasciami qui. Tra le viscide mura giallastre E le rocce schizzate di sangue. Tra i ruscelli di lava Che scorrono di fianco alla nuova prigione. Il mio corpo è bloccato da un masso Che inchioda la mente nel vuoto. Non riuscirò mai a starti dietro così. Preferisco star qui a contemplare Il tuo suadente orgoglio. Come fenice nutri i miei incubi. E vola libera, Io prima o poi camminerò... Sui carboni Come mi hai insegnato tu. Con l’aiuto dell’odio E di tutti gli elementi: Il fuoco riaccende i grigi istinti, Il ghiaccio sprona determinazione. Da questo inferno posso trasformare l’ira In forza propulsiva verso te. Contro le trappole del tempo, A cuore aperto grido il nostro sdegno. Nessun risentimento, un unico rimpianto Per non aver inciso il nostro sogno. Ora sei sempre più diversa. Ora sei sempre più sfocata. Ora sei sempre più lontana Nell’essermi vicina. La mia mente ora è con te Riesco quasi a sentire il sapore della tua carne viva. Tutto il fiato rimasto è il tuo, Prima o poi te lo restituirò.
7.
Verso l'orizzonte marcia a scatti e cigola, La foresta nera espande il buio telo. Denso il fango fresco ingoia e sputa l’entità Di un tenente in fuga dal suo amato impero. Trascina la sua ombra ormai da anni ed ansima In codesto impuro luogo di abbandono. Freme di avvistare orme di creatività Per ricostruir la vena artistica. Traballante nei suoi passi, Il crudel passato lo perseguita. Spettri cinici deridono ogni tentativo. Di avanzare o ritirarsi, Di raggiungere l’inferno o l’aldilà, Di accettare le sembianze di ogni identità. Notti insonni a rotolarsi, convulsioni da manuale Piroette tra i sentieri e sangue perso. Tutto questo per raggiungere lo stadio primordiale Di animale rozzo e tonto ma sociale. Le ferite sulle braccia emanano una luce blu Che brucia, fa male, corrode. La carne viva è incandescente, il resto è fumo nauseante E fu il limite della sopportazione. Il fastidio prende forma Uno sciame di locuste sbuca Grida, salta e avanza in senso circolare. Inibiti i movimenti, L’intento è di portarlo al loro nido. Si sa, gli insetti agiscono per interesse. Dopo un’ora di travaglio Prende i sensi avvolto da una nuvola. Una spinta lo fa piovere sul suolo. Il buio pesto si fa denso, Geometrie di forme in climax. La febbrile involuzione del terrore. Visioni di guerra tra nubi di polvere e un vuoto edificio Dismesso che sembra un riparo sicuro per qualche minuto. Bisogna evitare la pioggia di bombe, sonora tempesta. Sembra di impazzire, un ultimo sforzo e poi via dal rumore. Coperto in trincea, un sospiro si mescola al pianto nascosto. Legami di sangue da salvaguardare e proteggere ad ogni costo. Un dolore crescente nel petto e un pensiero Su quanto sia labile il sottile filo che lega l’umore Dall’estasi alla perdizione. Perso. Se ti senti perso è buon segno. L’ho consigliato io. Se riesci anche a mangiar la terra e prendere a pugni l’anima Riuscirai a farmi contento. Prendersela col presente e col passato È una scusa da pigri, non porterà mai a niente. Piuttosto dimmi perché Non riesci ad andar via dall’incantesimo di ciò che ti circonda. Piuttosto dimmi perché Tratti i tuoi compagni come un insieme di carne ed ossa. Piuttosto dimmi perché Non ti sei ancora espresso ma fai finta di sorridere. Sono la voce interiore che disturba Sono la volontà che mette sempre in discussione Sono la tenacia di chi affronta la tempesta Sono il nemico di chi ha solo una risposta Sono il motore del tuo battito che arranca Sono il riflesso del fuoco dei tuoi occhi Sono metafora di ciò che ti circonda Sono il megafono dei desideri. Come rugiada rinfreschi la mia anima Come candela illumini il pozzo Come il silenzio diffondi conforto Come un tuono ruggisci carisma Come poesia sospendi il tempo Come una musa amplifichi i sensi Come un diamante apporti valore Fin quando respiri, sei parte del gioco. Libera La tua Simmetrica Volontà Ho voglia di imparare a usare la testa. Ho voglia di trovarti e stringerti per ore. Sento di dover mollare la festa. Colgo l’occasione per ribadire il mio prestigio.
8.
Giunti alla fine Sarò sincero con voi Quello che fate Non porterà a niente, A meno che Non venga usato Un po’ di buon senso. Quello che fate non diverte, A meno che non Contraddica tutto. Un messaggio alle future generazioni irresponsabili Quel che conta è sempre espresso da chi è più vecchio di voi. Tutto è nero o bianco, nulla è il vero assoluto, diffidate. Grazie ad onore e distanza potrete superare i frequenti momenti di vuoto. Quando sentite Che tutto è sbagliato Quando i rimpianti Ricopron la parte di voi debole. Perché in fondo siete deboli La forza sta oltre quel fondo. Non solo a spingere i limiti ma anche A prendervi cura degli altri. Quante volte a tu per tu con una strada a più direzioni Scelgono arroganza ed istinto. E quante volte la felicità immediata (un bene di lusso) Nel lungo termine si è trasformata in rovina. Tutto quel che rende felici adesso È soltanto anestetico e disillusione. Figli di un’epoca lineare, tranquilla noia. Figli di un’epoca storta, Dove un rifugio sembra il più sensato dei beni, L’affanno e un rincorrersi in tondo Che rende persone come criceti. Chiunque è illuso di accedere al mondo Legandosi a un muro con catene spesse, in ginocchio. I lupi del capitalismo che buttan mangime dall’alto. E Giunge Il grigio Spettro e Cala Il buio Manto e Brucia Il saggio Cervello e Muore Il rotto Inconscio Uno stato sospeso Che trascina all’inferno Fa di voi un sepolcro Per un labile corpo Lacerato da un Dio Che nulla ha concesso al di fuori dal guscio Di retorica che È solida, antica e di pietra. Come un freddo ruscello Avrebbe dovuto adattarsi. Come un soffio di vento Avrebbe dovuto intuire l’inganno e spazzare le nuvole, Per portare la pioggia in posti più aridi Che assorbono l’acqua per rilanciarla nel flusso. Ma si sa, La natura È perfetta Come voi. L’amaro sangue è indispensabile. Il piacere di uno sguardo illeso. La fine di una transizione È l’inizio di un’altra. Non mettere a tacere il nero del tuo bene E non soffocare il bianco del tuo male.
9.

about

L’Ultimo Uomo is the sixth dream about Rèfles, a fictional character.

He’s made of repressed emotions that wander in a single direction in the form of black plasma to be gathered in a liquid mass: his body. He has acquired his consciousness over time and lives in a parallel dimension together with other Archetypes. He can communicate with humans only through dreams and art.

It's the year 2047, and man lives on three planets. 36% of the overall population owns an implanted artificial intelligence technology. The Central Government of the First Colony tacitly financed a project in order to implant chips also in the animals of the Third Colony, as the conclusion of a long process of digitizing reality. However, a tragic accident in an anthill triggers a species war that leads to extinction.

Rèfles is the last to survive. Shaken and confused, he wanders relentlessly across the desert land in search of answers.

credits

released January 27, 2018

Music and lyrics by Emilio Larocca Conte
Mixed by Emilio Larocca Conte
Mastering by Mekis
Artwork inspired by "Barche nel porto di notte", a painting by Emilio Larocca sr
Vocals recorded at Noize Fabrik studios in Berlin
Produced and released by Cockroach International Production
Co-Produced by Nilasphere

℗ 2018, Cockroach Int. Production/Nilasphere Music
© Slow Wave Sleep, all rights reserved

www.swsleep.net
www.nilasphere.com

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about

Slow Wave Sleep Paris, France

Slow Wave Sleep (SWS) is an electronic/alternative act based on a fictional story created by the Italian guitarist/producer Emilio Larocca.

Check out the whole plot and all the info on the Official Website (link below).

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