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Spiro nell'Egosistema (album)

by Slow Wave Sleep

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1.
Spoiler 03:43
[vai via] Siamo la terra delle aspettative Più alte di quello che siamo [vai via] Siamo la gogna dell’iniziativa e del dialogo Insomma, di te [vai via] Tutto è bello, ma niente dà fastidio Perché ci piace mangiare [vai via] Dimentica tutto e fai finta di Sapere che… - Sesso - Partiamo dalla cosa più importante Ridotto a noiosissimo rituale d’intrattenimento Niente soddisfa, tutto ti avanza Della tua anima ridotta a pezzi come la coscienza Che poi manco ringrazia Ti scarica dal ponte con i piedi di cemento All’inferno il portiere ti accompagna alla stanza Pretende la mancia In un modo tanto subdolo quanto la tua ossessione di rivincita Una doccia fa riprendere un po’ il fiato La mente stanca per necessità Ti trascina dentro un fiume di ipocriti chiamato città Il primo impatto è sempre un po’ spiazzante: Vedi tutti sgobbare per niente, ti trovi un lavoro Ti senti colpevole di fame, miseria e tutti i mali del mondo Conviene che [vai via] Siamo la terra delle aspettative Più alte di quello che siamo [vai via] Siamo la gogna dell’iniziativa e del dialogo Insomma, di te [vai via] Tutto è bello, ma niente dà fastidio Perché ci piace mangiare [vai via] Io sottobanco ho un rimedio Ma prima devi dirmi chi sei Chiamami come vuoi Basta che sparisci Chiamami come vuoi Basta che mi ascolti Il villico e lo straniero Archiviarono ansie e ricordi Un viaggio sintetico Dove tutto suona aulico E i corpi si allungano in su Sul pavimento di un attico Giaceva un frutto Il tempo di un morso ciascuno E il cielo si tinse di grigio I due si fissarono a carte scoperte: Di pazzi introversi con grande virtù Non soffrirà più nessuno Fecero un patto Chiamaci come vuoi Basta che sparisci Chiamaci come vuoi Basta che ci ascolti Non importa se dirai Che ci vestiamo male Siam depressi e rimpiangiamo te Rimpiangiamo te Rimpiangiamo quello che non c’è Largo alla musica onirica
2.
Filo Spinato 03:09
Sono evaporato un’altra volta Ma non vedo nessuno piangere per me Sono trasparente Vedi quelle case Ma non vedi me Senti una presenza Ma non sai chi è Sono innocente come il vento Potrei toccarti d’appertutto Il recinto modera ogni discussione Lascia dentro solo chi ha positività - Trasparente - Il mio dolore non ti tange - Trasparente - Mentre il tuo travolge me Non c’ho più la spinta per uscire fuori Il filo spinato avvolge tutti i desideri E non provare a scavalcarlo, non lo vedi che pure Satana sta lontano da me? Non mi interessano bugiardi e sognatori Le tue canzoni, i tuoi successi, i tuoi pareri Giuro su Dio che sarò pieno di quattrini Perché tra poveri c’è troppa ostilità Proprio non riesco a capire Questo concetto di genere Oltre quel recinto Corpi di cristallo Sempre sul più bello Vanno via Guerra, guerra, guerra Leggo voglia di rivalsa scritta in faccia Di chi ha fatto sacrifici tutti i giorni E non si sente un po’ colpevole Qui è pieno di sorrisi - non tutti uguali però - che come cimiteri - non tutti uguali però - nascondono gli zombie - non tutti uguali però – Andate via da me - Trasparente - È il colore dell’invidia - Trasparente - È la croce di chi ama ancora Liberi, oltre il recinto, Oltre tutti i limiti di chi dice «lui si e tu no» Fintanto che i cattivi restan lì, ma se poi scavalcano, cosa farò? Proprio non riesco a capire Chi di noi li ascolterà Oltre quel recinto Corpi di cristallo Sempre sul più bello Vanno via da me È soltanto un trucco È soltanto un filtro Per amore Io ti ferirò Scegli se restare In un posto sicuro O completarti In un corpo insicuro
3.
“Sono un merlo E se mi espongo Tutti si fanno giganti E piovono bastonate Forse capisco perché” “Sono una colombina Ed ho un cuore che da lontano Sembra diviso in tre” “Io sono il corvo Me ne frego di tutto” Questa è la storia di un corvo Che ha fascino, seguito e sguardo magnetico Questa è la storia di un merlo Che canta dal ramo più basso che c’è “Canto perché ho trovato La chiave di alcune catene Canto perché non ci sei E non riesco a dormire bene” Fa schifo il merlo! “Canto perché non voglio risposte Ma solo domande Canto perché non ci sto A farmi schiavizzare da grande” Fa schifo il merlo! “Canto perché sento troppo Il peso dei vostri giudizi Canto perché mi innamoro E poi cado nei precipizi” Fa schifo il merlo! “E se non riuscirete A incatenare il vento Io canterò con lui” Fa schifo il merlo! “Chiedo un’opportunità” “Tutti zitti quando entra il corvo Voi pagliacci levatevi il trucco Non ho bisogno del vostro supporto Prima conquisto e poi farabutto Gente tranquilla, posate una mano sul cuore E lodate il vostro prodotto migliore” Erano le tre Il corvo si eclissò Il popolo perplesso Per un attimo capì dov’è l’inganno Miei cari consumisti Il talento qui non conta Ma come sempre A far la differenza - è il mistero - Dopo poche ore Tutto nella norma Nell’opinione pubblica Lo strazio al merlo ed il consenso al corvo Quieta se ne sta L’unica eccezione Che ha orecchie e cuore aperti per il merlo - Indovina? Colombina - Le amiche Si chiedevano Cosa ci trovasse di speciale In quel coso goffo e insulso Lei rispose Che preferiva mille volte Essere come lui Che fare la civetta appresso al corvo Tesa l’atmosfera La lasciarono da sola Incurante del sistema Con le orecchie fisse al merlo Non sono molto bravo a raccontare favole In sostanza a un certo punto lei si mise A cantare appresso al merlo Lo stupore dei passanti Una pioggia di lacrime infradiciò quei versi Canto il mio dolore, canto te Canto il mio dolore, canto te E non importa chi mi insulta Non importa chi mi ignora Canto per restare in piedi Canto per restare in piedi A fine canzone il merlo si avvicinò per ringraziarla e lei lo abbracciò. Gli disse che grazie a lui ha capito che rialzarsi dopo aver perso può essere molto più appagante di una vittoria. Poi se ne andò dal corvo, cercando di non farsi vedere. Il merlo comunque se ne accorse e sorrise.
4.
Idra 03:14
Amore mio, prendi la spada Mira alla testa ed arriva al midollo Ho troppi pensieri che fanno strisciare Il mio corpo possente da te E allontanano dalla realtà E poi tutto mi sembra più bello Mentre crisi di identità Rendono i tuoi occhi il riflesso dei miei Amore mio, son troppo calmo Ripetimi ancora che non provi niente per me Poi resta qui in zona E grandina sull’autostima fin quando ce n’è C’è una cosa che ancora non sai Quattordici occhi ora gridan vendetta E non basterà un po’ d'aria fresca A salvarti da tutta la mia acidità Ed ora vai via, via Non ti voglio più vedere Resta, resta Ho bisogno del tuo odore Linfa vitale del nodo alla gola Che stringe e trascina il mio corpo letargico Verso l'epilogo: l'ira L'epilogo: l'ira L'epilogo: l'ira La fine dei giorni è vicina Mia rigida e dolce Regina Ammira i frutti del nostro silenzio Le teste dell'Idra Le teste dell'Idra Le teste dell'Idra Lasceranno solo macerie Ruderi disabitati Così avrò la compagnia dei miei simili E sarà divertente osservare I pilastri gracili e storpi Resistere al tempo e alle intemperie Mentre, incastrate nella terra, Le rocce osservano La nostra vitalità I solitari diranno: <<questa è all'arte!>> Qualche turista verrà a farsi gli occhi Qualche politico ci sfrutterà E sarà nauseante ricordare Che eravamo vernice e mattoni Del castello più in alto che ci sia Mentre, adesso incastrato nel cemento Il muschio accudisce Quello che resta - di noi – (resta)
5.
Logora la mente Logora le gambe Il pensiero di raggiungere Il traguardo Senza me Senza me Senza un podio inutile Lucida la grinta Lucida la voglia Di scappare da Una situazione tossica Scegli me Scegli me Riesco ancora a correre Gialle-blu le corsie Espandono il respiro Sento che le forze scemano Ma sono nato per Vincere Vincere Deve ancora nascere Chi potrà schiacciarmi Chi potrà eclissarmi Tutti mi temono Quando le forze recupero Sacrificando le idee Sacrificando le idee Sacrificando me Maschera di ossigeno Regolare il battito Dove sono? Cosa sono? E chi siete voi? Smettetela di piangere Saranno fatti miei La gara com’è andata? Chi mi ha portato qui? Staccatemi la flebo che vado dagli altri La mia vita ad imbuto Finisce qui Sei mesi di riposo Non riesco a gestirli Per voi è un passatempo Per me è una malattia Che tiene prigioniero il cuore In cambio di opportunità Scelgo io le mie catene, non l’età Scelgo io le mie catene, non l’età Scelgo io chi sopportare Scelgo io dove arrivare Dentro ‘sto sistema di ovvietà Dentro ‘sto sistema di ovvietà Fissare Un muro bianco Mi ricorda sempre Quello che non ho Quello che non hai È quello che non vuoi Spalmato su Quello che Non potrai avere mai Quelli come me durano poco Approfittane perché tra un po’ scomparirò Considero la vita un videogioco Per mantenere a stento un cuore gelido Per superare ancora ogni ostacolo E regalarti tutto quello che non ho Quello che non hai È quello che non vuoi Spalmato su Quello che Non potrai avere mai Dove sono? Cosa sono? E chi siete voi? Smettetela di piangere, Saranno fatti miei La gara com’è andata? Chi mi ha portato qui? Staccatemi la flebo che vado dagli altri
6.
Portami con te Nei miei sogni Mia cara, è la resa dei conti Fuori tutto al di fuori di te Che la gente si tenga gli spicci E ci giudichi senza un perché Le bugie sono pane per polli E si vive di priorità Ma tra tutte le grandi ricchezze Paga solo l’istinto A noi vagabondi soddisfa L’assenza di gravità La calma, la concentrazione L’odore dell’oscurità Parlare soltanto se serve Godere col senno di poi Uno sguardo che sostituisce Le parole non dette Portami con te Nei miei sogni Perché la tristezza non passa mai? Perché la tristezza non passa mai? Come fare a dirle quello che penso? Come farli avvicinare a noi? Come dire no alle trappole? Come ottimizzare il tempo? A cosa serve cercare risposte Se poi le domande son buone A riempire le pagine? Mia cara pellegrina senza pastore La schiena che ti indossa da tanto ormai È nata un po’ deforme e mortificata Ha camminato tanto nei momenti bui Se solo tu avessi la parola Chissà come commenterai Le giornate a soddisfare la fame nervosa In giro, da solo, in attesa del vuoto Portami con te Nei miei sogni Portami con te
7.
Zenit 03:08
Stesa sul mio letto c’è già Qualcosa che mi turba Qualcosa che mi porterà lontano Penso ancora a quello che ho da dire Pescando da un mare grigio di pensieri E paranoie esistenziali Queste quattro mura sono piene di fantasmi Che mi riportano a Berlino O mi riportano da te Scrivo di getto in modo compulsivo Col sapore amaro di roba scaduta Potrei dare fuoco a tutto perché La mia meta è esattamente Sopra la mia testa Sopra la mia testa Sopra la mia testa Pochi attimi di quiete Dopo la tempesta Dopo la tempesta Dopo la tempesta Il navigatore non sa Distinguere la destra e la sinistra Il timoniere ha rinunciato Oggi devo sopravvivere Penso solo a ciò che conta Penso solo a chi è nel mio raggio d’azione Onda dopo onda la nausea mi distrae Quel che basta a fare cerchi Sulla sabbia che ho rubato Scende un lampo di creatività Dove ho messo carta e penna? È avanzato un verso da lasciare ai cani La mia meta è esattamente Sopra la mia testa Sopra la mia testa Sopra la mia testa Pochi attimi di quiete Dopo la tempesta Dopo la tempesta Dopo la tempesta
8.
Petrolio 03:24
Spingo sulle rotaie il treno guidato dal mio demone Scorre sul finestrino la fiction Laghi, alberi, case, cespugli, tramonti e macchine Si accende di nuovo il cinematografo Viaggio perché Quando sono in riserva Salto nel vuoto Chi mi vuol bene mi spinga giù Gli altri mi facciano spazio Più l’acqua è gelida e più mi rilasso Se riesco ad uscirne lasciatemi stare Spingo sulle rotaie il treno guidato dal mio demone Scorre sul finestrino la fiction Tappeti di vigna, montagne innevate, rocce calcaree Si accende di nuovo il cinematografo <<Benvenuto Spiro! Posa lo zaino e andiamo al bar>> La mente è ovattata e a forma di spugna Assorbe la luce, respinge il rumore Si esprime soltanto con parole chiave Parole, chiave Il sangue in rivolta non invecchia mai Perché ti stupisci? Spingo sulle rotaie il treno guidato dal mio demone Scorre sul finestrino la fiction Tendoni, cipressi, cavalli, una piscina gonfiabile Si accende di nuovo il cinematografo Viaggio perché Quando sono contento Mi tuffo nel mondo L’epilogo È triste ma devo tornare in città Il solito vuoto Spingo sulle rotaie il treno guidato dal mio demone Scorre sul finestrino la fiction Stazioni di provincia, palazzi, discariche, mille pensieri Si spegne di nuovo il cinematografo
9.
Rivendico 04:38
[kai] Questa condizione mi schiaccia [kai] La mediocrità è una minaccia Io rivendico Quello che merito Il dramma di chi spera La botte mezza piena E il privilegio della tua complicità Invece di discorsi piatti E tirare a campare Per nascondere il timore di ferirci La penna di chi spiazza Le gambe di chi sfreccia E un’occasione per potermi esprimere Senza perder tutto il tempo A raccattare pezze e ricucirle Su capricci sterili e umilianti Un paio di colpi in canna Un lauto conto in banca E la fiducia per le mie capacità Niente paranoie su come evitare Tutte quelle trappole Lasciate in giro dalle bestie Io rivendico Essere lucido [kai] Questa condizione mi schiaccia [kai] La mediocrità è una minaccia Se ti incontrassi nelle mie favole Se mi trascinerai nei tuoi incubi Questa è una giungla che giudica Chi per natura sacrifica Il proprio bene per quello di tutti La nostra voce rivendica Il diritto di scoprire Il dovere di ascoltare Soltanto musica che nutre l’anima O quantomeno dà fastidio E spazza via tutti i fenomeni Che inquinano un pianeta già malato La fretta di partire La brama di sapere Tutti i momenti che son stato via da te Una nuova percezione del creato Dove bene e male Non perdono tempo a mescolarsi Se ti incontrassi nelle mie favole Avrei la forza di amarti Se mi trascinerai nei tuoi incubi Mi sforzerò di capirti Io rivendico Quello che merito Io rivendico Essere lucido Libero Fradicio Di pensieri bui Che diventan tuoi Fradicio Libero Da una società Incartata Vivere Al limite Del piacere Intellettuale [kai] Questa condizione mi schiaccia [kai] La mediocrità è una minaccia
10.
Guarda qui Oltre la nebbia C’è già Quello che Ti salverà Finché tutto cambierà Venderemo l’anima Per portarti qui con noi Sul vascello di plasma Ogni giorno vorrei regalarti Il mio lato migliore Ma ho la testa altrove Al di là dell’Equatore Questo posto continua a mostrarmi Scene senza pudore E nessuno sembra interessarsi Alla verità Che sta zitta e si tiene in disparte Indossa un velo di seta Più continuo a cercarla Più mi allontano dalla realtà Tipo adesso mi trovo legato su una nave Che mi tiene in ostaggio Perché chiede il riscatto Di un equipaggio che Con voce rotta ti canterà Finché tutto cambierà Porteremo tutti Su questo vascello di plasma Cosa siamo? Dove andiamo? E perché rispondere? Siamo dannati in eterno Luridi e senza ritegno Arriva una voce che A basso volume ti canterà Della sua infanzia in un paesino Della sua sete di libertà Un tizio su una panchina Agita un foglio e farnetica Per ribellarsi al suo destino E vivere solo di musica È inutile disturbarlo Sembra sicuro di quello che fa Qui c’è spazio soltanto Per chi spreca il suo tempo Chiunque si domanderà Quando tutto cambierà?
11.
Stringimi ancora un momento Serviti dal mio buffet Canta l’inno alla polvere Scritto dopo il nono caffè Edipo bussa alla porta Potremmo giocare in tre Forse cambiare le regole Serve a non cambiare te Calano fitte le nuvole Nel labirinto, nel labirinto Ti odierò se fai finta di andartene Togli la maschera e passala a me Che bel lavoro spingere Negli angoli la cenere Fingendo di esser fragile Mi rendo conto che Può manipolare un’opinione Adoro la poetica Della musica ermetica Con atmosfera onirica Mi tranquillizza Mentre tutto il resto mi accoltella (pianto) Un, due, tre Le pecore contano te Tre, due, uno Prima sei un santo e poi sei nessuno
12.
Oh marinaio, dov’è il pericolo? Voglio vederlo - Nel precipizio - Oh marinaio, dov’è il pericolo? Voglio toccarlo - Nel precipizio - Qui non si scherza, ho bisogno di andare In un posto al sicuro da gioia e rancore Per ricominciare Oh marinaio, dov’è il pericolo? Voglio gustarlo - Nel precipizio - Oh marinaio, dov’è il pericolo? Voglio annusarlo - Nel precipizio - Voglio del rischio e già l’assaporo Chi trova un nemico nasconde un tesoro E gode se imploro (implodo) Ma il mare è calmo Io non lo vedo Ci sono due modi per vincere Ma puoi non fidarti di me Uno è battere il nemico L’altro è trascinarlo con te Il male non fa paura Quando è a buon mercato La routine non è noiosa Per chi viene dalla guerra Chi non mantiene la calma Non può dispensare consigli In pochi riescono ad addormentarsi Col suono dei trapani La musica indipendente Non è indipendente per niente Dipende dall’abilità Di stare sui trampoli in autostrada Quella del buonista non è beneficenza Ma filantropia strategica Lo sbandato è un fiore che nasce Nel posto, nel modo e nel momento sbagliato La fine di entrambi è qui Sull’Olandese Volante Navighiamo e cantiamo in eterno Ogni tanto si scrive di noi Dimoravamo nelle tenebre E nell’ombra della morte in persona Vagavamo nel deserto e per vie desolate Trascinando pesanti catene Non abbiamo mai trovato Una città giusta in cui abitare Soffrivamo la fame e la sete E spesso l’anima andava in ferie Nel precipizio La fame fa paura? Se mi dai la mano te la mostrerò Non è eccitante essere utili? Con me sei al sicuro Sono entrato ed uscito più volte Da questo deserto Sono entrato ed uscito più volte Anche dal precipizio Ma il mare è calmo Io non lo vedo E se resta calmo Prima o poi si ribellerà Oh marinaio, dov’è il pericolo? Voglio vederlo - Nel precipizio - Oh marinaio, dov’è il pericolo? Voglio toccarlo - Nel precipizio - Qui non si scherza, ho bisogno di andare In un posto al sicuro da gioia e rancore Per ricominciare Oh marinaio, dov’è il pericolo? Voglio gustarlo - Nel precipizio - Oh marinaio, dov’è il pericolo? Voglio annusarlo - Nel precipizio - Voglio del rischio e già l’assaporo Chi trova un nemico nasconde un tesoro E gode se implodo Ma il mare è calmo Io non lo vedo Qui non si scherza, ho bisogno di andare In un posto al sicuro da gioia e rancore
13.
14.
Artide 03:48
- Poesia - Sette giorni di digiuno Non basteranno a digerire Tutta quella cattiveria che bisogna bere Per arrivare qua Amica mia che sei dispersa Nella mia mente non c’è solo nebbia Ma in alcune situazioni tipo adesso Il segnale viene e va Anche questa città Mi porta nell’Artide Ogni volta che il morale è a terra E non basta più una distrazione Per curare la ferita aperta di un altro rifiuto O ignorare porte che non si apriranno mai Vieni qui Se il mondo ti ha lasciato indietro Difendimi La mia carne è diventata vetro Ribellati Una volta tanto nella vita Ti seguirò Per gridare che non è finita - Ciak - Si gira un altro sbaglio La scena è da dividere con altri 10 o 100 Attori della pantomima Che continuano a chiamare musica Ma è soltanto uno svago per frustrati Io partecipo, ma senza impegno Ancora un video a basso costo - Buona la prima - (recitate tutti come cani) Lei sguardo fisso alla finestra Lui da dietro si attorciglia al collo e le sussura cose Ma non trova nessuna risposta, né reazione Lei è troppo presa a contemplare il suo riflesso Le pareti della stanza dicono di lui <<Ehy, come ci somiglia>> Nel palazzo accanto i manager sono in riunione Penso a quanto avrei voluto fare quello di mestiere Salta la corrente al primo piano: panico Qualcuno ne approfitta per staccare ed uscire a fumare Un senzatetto chiede: <<Cosa è stato?>> Lei risponde: <<Lascia stare, giornata pesante>> Il canto di sirene si fa sempre più vicino Dall’ambulanza scende una col camice turchino E delle strisce nere in volto e va Verso quel barbone dall’occhietto spento Gli strappa via la felpa, lo bacia, lo guarda e gli fa: <<L’antinfiammatorio più efficace è il ghiaccio>> Poi aggiunge: <<Scappiamo insieme in un posto più freddo>> (Vieni con me) Vieni qui Se il mondo ti ha lasciato indietro Difendimi La mia carne è diventata vetro Ribellati Una volta tanto nella vita Ti seguirò Per ricordarti che non è finita
15.
Chiediti perché Loro si e tu no Poi scrivici qualcosa Sarà un pezzo di te Sarà un'alternativa Chiediti perché Nessuno ti ascolta Poi cambia discorso Se continui così sposterai solo polvere Ed esseri invisibili Nuota nell’Oceano Nuota dentro me Sei in lista da sempre su un foglio Piegato ad aereo Diretto al successo L'alternativa non è Mettersi in fila per l’imbarco L'alternativa è andare a piedi E quando atterrerà E la tua metà sarà lì ad aspettarti Troverà conforto Nelle carezze dei passanti Sarai la sua alternativa L’umore è a doppio senso Come un’autostrada Non chiederti perché tutti si scansano E non trovi più lavoro Prima o poi sarai per loro E per tutti noi L’alternativa Nuota nell’Oceano Nuota dentro me

about

Spiro nell'Egosistema is the tenth dream about Rèfles, and the third about Spiro: two fictional characters.

Rèfles is made of repressed emotions that wander in a single direction in the form of black plasma to be gathered in a liquid mass: his body. He has acquired over time his consciousness and lives in a parallel dimension together with other Archetypes. He can communicate with humans only through dreams and art.

Rèfles recently escaped into Spiro’s body to give emotions back to humans. Spiro can easily travel between Planet Earth and Planet Vena, a parallel dimension where there’s no air, no money and no death.

Together with the people met in the forest, he arrives in Vemetown, a border town between Hungary and Slovenia where they rent a hotel room for the night. When he wakes up, he discovers that they've left the place with the check to be paid. He stays in the city for almost a year, trying to fit in and hide his true identity, sometimes forgetting it. However, he's received coldly from locals, despite his polite and generous attitude.

Sometimes he goes to the countryside to meet a shepherd friend. Sometimes he goes to Planet Vena, a parallel dimension discovered by chance during moments of mental instability. In Vena there's no air, no money and no death. It's inhabited by imaginary friends with whom he manages to create a bridge between the two realities. They travel on a ghost ship called The Flying Dutchman which flies over Vemetown at night.

Until the ship gets spotted by a little girl. The rumor of the mad foreigner spreads out in the city and Spiro, unable to bear these prejudices, decides to move away and change his strategy. He moves to the Arctic, where he spends time trying to get remotely the attention of people with the Rite of the Three Nails. 

credits

released July 14, 2021

Written, produced, mixed and mastered by Emilio Larocca Conte.
Except “Il Precipizio”, music by Andrea Cascini, and “Preludio Numero Due”, music by Johann Sebastian Bach. With Brendan Kuntz (drums in “Spoiler”), Giacomo Larocca Conte (accordion in "Zenit") and Gianluca Pellerito (drums in “Il Precipizio”).

Artwork by Giuseppe Cosentino.
Cover inspired by the work "Muoio ogni giorno", a painting by Emilio Larocca sr.
Published by Dimora Records and AR Recordings.

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about

Slow Wave Sleep Paris, France

Slow Wave Sleep (SWS) is an alternative/electronic act based on a fictional story created by Italian producer/guitarist Emilio Larocca.

Check out the whole plot and all the info on the Official Website (link below).

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